Hai partita IVA? La legge obbliga oggi tutte le aziende, siano esse piccole o grandi, ad una corretta gestione dei rifiuti speciali da stampa informatica esausti, tra cui i toner usati, in quanto considerati rifiuti pericolosi, in grado di creare seri problemi alla salute e all’ambiente. Conoscere la normativa è importante, se non si vogliono rischiare sanzioni, anche pesanti.
Il produttore del rifiuto è responsabile di tutto il ciclo di smaltimento del toner, che deve essere affidato a operatori specializzati, dal momento in cui esso viene sostituito a quello in cui ottiene la prova documentata del suo corretto smaltimento. A stabilirlo è il D.lgs. n. 152 del 2006, il quale prevede sanzioni, sia civili che penali, in caso di inosservanza della normativa.
Chiunque possegga una stampante laser, una fotocopiatrice o un fax acquista e fa regolarmente uso di toner, classici o a colori. Il toner ha l’aspetto di un tubo, ma in realtà non è altro che una polvere finissima contenente particelle di carbone, ossidi di ferro e resina: componenti essenziali in tutti i processi di stampa. Un tamburo deposita il mix di polveri sui fogli da stampare, dove le polveri vengono fuse e impresse in modo indelebile da un riscaldatore, andando a costituire testi e immagini. Le stampanti correnti dispongono di due tipi di cartucce: classica, di colore nero o a colori (giallo, ciano e magenta).
In conseguenza dei processi fotochimici, delle alte temperature, del magnetismo e delle radiazioni, la stampante a toner rilascia nell’aria particolato con particelle di dimensioni che possono andare da 1 fino a 1/10 di µm (c.d. nanoparticelle), ozono, selenio e composti organici volatili pericolosi per la salute e l’ambiente. Da qui la necessità di una normativa in grado di proteggere l’uomo contro il rischio di esposizione alle polveri durante l’uso di tali apparecchiature, in caso di guasto o manutenzione (e la natura, al momento del relativo smaltimento).
Smaltimento toner esausti: il procedimento corretto
Per quanto riguarda la tutela dei lavoratori, la legge fornisce norme e linee guida a tutela della salute nei luoghi di lavoro contro il rischio chimico derivante dall’esposizione alle polveri, stabilendo la necessità di collocare la stampante in un locale ampio, fresco e ventilato, di non adoperare rivestimenti in moquette in grado di trattenere le polveri e di eseguire regolarmente la manutenzione delle apparecchiature. Il D.lgs. n.152 del 2006 disciplina invece il procedimento di smaltimento di toner, cartucce per stampanti laser e a getto d’inchiostro, classificati come rifiuti speciali da stampa informatica esausti e, in quanto tali, rifiuti pericolosi che non possono essere buttati nella spazzatura né portati presso la discarica comunale (l’amministrazione comunale è competente alla gestione dei soli rifiuti urbani) né restituiti a chi ha venduto le cartucce. Rientrano in tale normativa tutte le e cartucce che derivano da processi di stampa sia essa laser, a ink jet, ad aghi o a ink film.
A chi spetta però lo smaltimento dei rifiuti (in questo caso, il toner usato)? Responsabile della gestione del rifiuto è colui che lo produce, ovvero “chi lo genera con la sua attività produttiva“, sia esso una piccola o grande azienda. La responsabilità sussiste anche nel caso il rifiuto sia stato prodotto da apparecchiature a noleggio. Lo smaltimento dei toner esausti può essere tuttavia affidato a ditte autorizzate, iscritte all’albo e provviste di regolare autorizzazione regionale.
Il ritiro avviene in appositi centri di raccolta, dove le aziende depositano i toner esauriti, una volta avvolti in un imballo di plastica e riposti in appositi contenitori con coperchio e sigillo di colore verde brillante chiamati Eco Box per un periodo massimo di 12 mesi. Lo scopo è impedire la fuoriuscita e dispersione di materiale inquinante (polveri sottili e liquidi).
La responsabilità delle aziende, tuttavia, non si esaurisce con l’affidamento del rifiuto alla ditta autorizzata. Secondo la normativa per lo smaltimento toner esausti, il produttore del rifiuto deve ricevere la prima copia del formulario di identificazione rifiuti (FIR), volta a certificare l’avvenuta presa in carico del rifiuto e la quarta, attestante l’avvenuto smaltimento, che deve essere restituita al produttore entro 90 giorni dalla consegna. Tali documenti dovranno essere conservati per 5 anni, segnalando nello spazio riservato alle annotazioni l’esonero dall’obbligo di tenuta del registro di carico e scarico.
Le sanzioni previste dalla legge
In caso di trasgressione è prevista una sanzione amministrativa di carattere pecuniario (da € 2.600 a € 15.500 per rifiuti non pericolosi e da € 15500 a € 93000 per i rifiuti pericolosi) o una sanzione amministrativa accessoria della sospensione da un mese ad un anno dalla carica rivestita dal soggetto responsabile dell’infrazione e dalla carica di amministratore. Le multe, in caso di reato, possono trasformarsi in sanzioni penali a carico del titolare o amministratore dell’impresa e/o del responsabile tecnico.
Queste formalità burocratiche si possono evitare? Si, Al fine di liberarsi da tali oneri, e dai relativi rischi, è possibile aderire ad un servizio di smaltimento, stipulando un contratto di manutenzione, che va a trasferire la paternità del rifiuto – e quindi i relativi obblighi amministrativi e burocratici – in capo ad un diverso soggetto giuridico. Si tratta di società che in molti casi riescono a riciclare al 100% i materiali esausti di cui è composto il toner.
In alternativa, è possibile ottimizzare i processi di stampa e ovviare agli obblighi di smaltimento dei rifiuti ricorrendo ad un servizio di gestione toner on demand. Una volta calcolato il costo di gestione del parco stampanti e il livello di consumo concreto dei singoli uffici, il noleggio di stampanti multifunzione consente alle aziende di controllare e ottimizzare i costi di stampa sul lungo periodo, riducendo gli sprechi e i rischi di inquinamento. Lo smaltimento toner esausti smette così di essere un problema.
Il tutto, a beneficio dell’efficienza organizzativa dell’azienda, dal momento che i centri di stampa sono ordinati, per tipologia e numero, sulla base delle reali esigenze aziendali e del consumo effettivo da parte dei dipendenti. Tali soluzioni eliminano infine il problema legato al riordino del materiali di consumo, poiché software avanzati consentono in real time di segnalare l’esaurimento scorte e di provvedere automaticamente al relativo riordino.